Prefazione
Il nostro comune , le frazioni, il territorio nel quale viviamo hanno una storia molto antica conosciuta a pochi.
Lo scopo non è di annoiare il lettore ma solo raccontare ciò che oggi è dimenticato, nella speranza di suscitare un po’ di interesse e curiosità per i luoghi in cui viviamo.
 
Storia
La vita era organizzata sul nostro territorio molto prima dell'arrivo dei Romani. L'Italia settentrionale era terra celtica e fu conquistata dai Romani con una lunga guerra coloniale.
Il lato meridionale della valle del Po era abitato da popolazioni liguri.
Sul terrazzo settentrionale, lungo il Ticino, i Liguri si incrociarono con i Celti, a partire dal 400 a.C.
I Celti (o Galli) non erano affatto barbari nel senso di "sottosviluppati", anzi erano degli artefici e degli uomini molto raffinati. La loro civiltà fu la prima, per quello che oggi si sa, ad essersi estesa su tutto il continente europeo, sino all'Asia Minore. È considerata "preistorica" perché non ha tramandato una storia scritta.
I Celti usavano già il sapone, usavano una tecnologia agricola piuttosto sviluppata e inventarono i cuscinetti a rulli per ridurre l'attrito nel trasporto dei carichi pesanti. Erano bellicosi, esperti nell'uso di frecce avvelenate. Erano uomini dai gusti raffinati, uomini che non conoscevano la paura. La via fluviale era importante, in un'epoca in cui non esistevano strade agevoli e non era possibile trasportare ingenti carichi per via di terra.
Ventidue secoli fa la vallata del Ticino era popolata a nord dai Celti Insubri, a sud (nella zona di Pavia) dalle tribù liguri dei Levi e dei Marici.
L'insediamento delle tribù privilegiava i luoghi elevati, con ampia vista all'intorno. Nella valle del Ticino le case e i luoghi di culto si addensavano sul margine dei terrazzi fluviali, sulla costa, soprattutto nei punti sporgenti o prossimi ai guadi più agevoli. Milano, Vigevano, Marcignago, Calignago, Papiago, conservano nel nome un inconfondibile sapore celtico (la desinenza in -ac, -ago, significa "casa, luogo di abitazione"). Oltre ai nomi di località che terminano in "-ago" possiamo ricordare quelli in "-asco": per elencarne solo alcuni, Binasco, Bornasco, Bosnasco, Garlasco, Gualdrasco, Zinasco.
I Romani intrapresero l'occupazione del Nord Italia dopo lo sterminio dei Galli Senoni (dai quali deriva il nome dell'odierna Senigallia), negli anni 285-283 a. C. Attaccarono i villaggi indifesi alle spalle dei guerrieri che avanzavano verso il Sud per sfuggire il flagello della malaria. La valle padana era importante per le correnti di traffico e di scambio commerciale con i porti fenici e greci dei mari Tirreno e Adriatico. Verso la confluenza del Ticino nel Po convergevano traffici provenienti dall'Adriatico (dalla città etrusca di Spina) e dai porti del golfo ligure, diretti ai valichi alpini.
Il territorio
Il territorio appartenne a Pavia fin dalle epoche più antiche, ma in epoca viscontea fu costituito il Vicariato di Settimo, che fu posto sotto la diretta giurisdizione di Milano. Il Vicariato comprendeva i territori degli attuali comuni di Bornasco e di Zeccone. Fino al 1756 rimase aggregato alla provincia del Ducato di Milano (di cui costituiva un profondo saliente incuneato nella Campagna pavese), poi venne unito alla provincia di Pavia. Nel 1441 il Vicariato di Settimo, già dei Barbavara dal 1396, fu infeudato al condottiero Guido Torelli, rimanendo ai suoi discendenti (di una linea diversa da quelle dei Marchesi di Casei); Guido Galeotto I divenne Conte del Vicariato di Settimo nel 1495; la linea si estinse nel 1597 (un ramo collaterale mantenne Zeccone). Il feudo passò poi ai Mendoza, ai Manriquez de Mendoza (1693) e infine ai Secco-Comneno (1769).
Nell'ambito del Vicariato di Settimo, Bornasco costituì un comune noto almeno dal XV secolo. Nel 1872 vennero aggregati a Bornasco i soppressi comuni di Gualdrasco, Corbesate e Misano Olona. Tra il 1928 e il 1947 fu unito a Bornasco anche il comune di Zeccone.